Follow up - Convegno "Welfare e Servizi di Prossimità"

Il “percorso” del Welfare Day di Ariccia era e vuole essere un esperimento di condivisione dal basso di progettualità co-progettate in un territorio, dove infatti abbiamo registrato una partecipazione significativa e motivata.
I tavoli, dopo un prima fase di avviamento, hanno lavorato e prodotto prime idee su cui lavorare nei loro successivi incontri.
Molti operatori che hanno partecipato hanno espresso la loro adesione convinta al percorso. Narciso Mostarda, Direttore Sanitario della ASL RMH ha ritenuto utile e importante questo percorso, per valutare l’esito dello start up e si è impegnato a facilitare la partecipazione degli operatori della ASL ai tavoli nei prossimi incontri. La presenza degli altri attori delle filiere assistenziali è stata significativa, salvo alcune frizioni legate a dinamiche di ruoli nel territorio, come emerso in plenaria in un intervento. Abbiamo invitato tutti ad una partecipazione attiva senza esclusione alcuna.
In via preliminare ad uno dei tavoli tecnici durante lavori pomeridiani si è verificata la compatibilità della integrazione dei gruppi “Formazione degli operatori sanitari e sociali, condivisione di metodi e strumenti”, “Co-programmazione, co-progettazione, co-gestione: pratiche e strumenti di integrazione tra sanità e sociale”, “Politiche sociali UR, programmi nazionali e regionali e possibili impatti sul territorio”.
Sono stati affrontati i seguenti temi:
a) la necessità di favorire la riorganizzazione dei servizi con l’inserimento della figura dell’infermiere di territorio;
b) la necessità di prevedere la qualificazione delle badanti per metterle in condizione di svolgere l’assistenza di base in materia di gestione degli anziani allettati o portatori di patologie invalidanti in modo da favorire una migliore qualità della vita degli assistiti;
c) La definizione di un modello unico per la richiesta delle cure palliative uniformando le procedure all’interno della stessa Asl ed a livello regionale;
d) Definizione di un modello unico di informazione ai cittadini sui protocolli di assistenza.
Si è convenuti sulla necessità di standardizzazione delle procedure e di messa a sistema di un modello unico universale di erogazione dei servizi socio assistenziali.
È stato posto il problema della necessità di riorganizzare e riformare il modello organizzativo e di funzionamento degli erogatori dei servizi passando dalla centralità degli operatori e delle strutture alla centralità dei cittadini bisognosi.
È stato posto il problema della messa a punto e sperimentazione di un nuovo modello di erogazione dei servizi incentrato sulla persona nel suo complesso e non sull’essere anziano, disabile, minore, donna, ecc.
È stato affrontato il tema della necessità di fare rete fra i servizi e le strutture sia pubbliche che private presenti sul territorio
È stato messo a fuoco la necessità di organizzare dei servizi di prossimità sul territorio (quartiere, rione, ecc.) incentrati su operatori che operano a livello diffuso sul territorio attraverso la valorizzazione della rete dei servizi presenti sul territorio (medici di base, farmacie, poliambulatori, consultori, centri diurni, centri di accoglienza, ecc.).
Si è convenuto sulla necessità di organizzare futuri incontri di approfondimento sulle singole problematiche per mettere a punto dei modelli a partire dalla valorizzazione di buone pratiche esistenti sul territorio, o sperimentate ed operanti in altri ambiti e su altri territori.
Si è parlato della necessità di specializzare gli OSS nei servizi che abbiano necessità di interventi mirati, alla persona offesa affetta da particolari patologie quali morbo di parkinson, alzheimer, diabete, sordità, allettamento prolungato, ecc.

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